26. LA DONNA PERFETTA

Stesi sull’erba del Parco Sempione io e Giulia cerchiamo di conoscerci meglio, di aprirci una parte del nostro cuore. Vorrei fare le cose con calma, non svelare troppo della mia vita e del mondo che ho dentro, ma so che come al solito farò un mucchio di cazzate. Con le donne non ci so proprio fare!

–         A che pensi? – Giulia mi guarda con i suoi enormi occhi azzurri, mentre qualche nuvola minacciosa si muove sopra di noi.

–         A nulla in particolare…

–         Cos’hai le scimmie nel cervello come Homer Simpson? Non mi sembri il tipo!

–         Ma no! Dai, non sto pensando a niente.

–         Non ti credo!

–         Eheh…e va bene. Penso alla mia ex…

–         Ancora?

–         Ancora…- mi vergogno tremendamente e non riesco a guardare quei suoi immensi occhi mentre le parlo.

–         Raccontami di lei. Non ne abbiamo mai parlato.

–         Lei era…era tutto.

–         Ovvio! Altrimenti non l’avresti amata…

–         Certo. Ma era tutto, nel senso che nella mia vita stava ricoprendo più ruoli. Riusciva a farmi da amante, da amica, da madre. Con lei sentivo la mia vita completa.

–         Ne sei proprio sicuro?

–         Che vuoi dire?

–         Bè…se la tua vita era così completa, perché eri comunque un infelice? Perché dopo appena un mese dalla fine della vostra storia hai mollato il lavoro? E perché mentre eri con lei non hai fatto altro che lamentarti della tua situazione precaria?

–         Perché avevo paura. Volevo che fosse tutto perfetto, volevo che anche il lavoro andasse meglio. Volevo sognare un futuro che non riuscivo a vedere.

–         Tu sei uno che non riesce a vivere senza programmare le cose vero?

–         No. Almeno era così in passato. Oggi mi sveglio la mattina e il mio unico obiettivo è arrivare vivo alla sera.

Ride a crepapelle e mi dà un pizzicotto su una guancia. E’ un gesto che odio! Come se fossi un povero scemo di 14 anni. La ritengo una mancanza di rispetto, è un modo così patetico di sminuire quello che una persona sta dicendo.

–         Io ho quasi 30 anni Diego. Ho un lavoro precario e che non so quali prospettive possa offrirmi. Al momento sto bene a Milano ma so che non voglio passarci il resto della mia vita. Insomma, il mio futuro è incerto quanto il tuo…eppure non mi preoccupo, vivo alla giornata e me ne frego della carriera. Se domani dovessi restare senza lavoro sai cosa farei?

–         Cosa?

–         Preparerei la valigia e me ne volerei all’estero. In Spagna o in Inghilterra. Andrei lì all’avventura e mi accontenterei di fare qualsiasi cosa che mi possa permettermi di mantenermi. La carriera è un’invenzione del ventesimo secolo! Che te ne frega. Non è il lavoro che ti deve rendere felice, sei soltanto tu. E tu non sei il tuo lavoro!

–         Ma il lavoro è una parte fondamentale della vita. Non possiamo considerare una cosa che ci riempie la maggior parte delle nostre giornate come un di più! Comunque è strano sentirti dire queste cose…

–         In che senso?

–         Clelia era completamente diversa da te. Era ossessionata dalla carriera, dal successo. Doveva dimostrare di sapercela fare, di essere la migliore. E questo mi ha fatto male, ma l’ho capito solo col tempo. Ha aumentato il mio stress, la mia ansia, la mia fottutissima paura di non farcela.

–         Mi stai paragonando alla tua ex? Devo preoccuparmi?

Alzo gli occhi al cielo e getto uno schiaffo al vento, come per far volare via la cazzata che ha detto. In realtà non ha tutti i torti. A prima vista mi ha colpito una certa somiglianza tra Giulia e Clelia. Non che si somiglino sul serio, ma come tipologia di donna siamo sulla stessa lunghezza d’onda. Sono quelle donne che riescono a farti sentire completo. Le donne che hanno in sé la sensualità, il senso materno, la dolcezza e l’eleganza. Non so se esista la donna perfetta a questo mondo, ma se esiste probabilmente è fatta così.

–         Ma no Giulia…non preoccuparti, non te lo faccio passare questo guaio.

–         Ahahah…sei troppo scemo tu!

–         Grazie eh, sempre piena di complimenti.

–         Scherzo. In realtà sei una bella persona tu. Mi piaci, sei proprio un bravo ragazzo.

Ecco, la storia del bravo ragazzo che torna a perseguitarmi. Se sei un bravo ragazzo non sei nessuno. Nessuna donna è attratta dai bravi ragazzi. Ed è per questo che resto sempre solo e che nessuna mai si lascia andare con me. Sono quello che fa colpo le prime due volte, perché è simpatico, galante, intelligente. Poi viene fuori la storia del bravo ragazzo e finisce tutto lì. Mi tradiscono la mia faccia ingenua, che purtroppo nasconde tutta la rabbia che ho verso il mondo in questo momento. Non servono a niente i piercing che porto ancora sull’orecchio sinistro, nonostante sia arrivato alla soglia dei 30 anni. Non serve a niente cambiare taglio dei capelli: corti e spettinati, ricci e lunghi, lisci e pieni di gel. La mia faccia mi fotte, le mie parole mi condannano definitivamente. Sono proprio stanco di essere quel bravo ragazzo e non ne posso più delle ragazze che mi guardano come se fossi un orsacchiotto di peluche. Ho carne, muscoli e vene che pulsano sotto la pelle e nessuna di voi sembra accorgersene.

Resto in silenzio dopo il suo pseudocomplimento e mi giro su un fianco a guardare le fantastiche modelle che leggono riviste fashion a pochi metri da noi.

–         Perché ti giri dall’altra parte Diego?

–         Così…

–         Ti sei offeso per qualcosa?

–         No, perché mi sarei dovuto offendere?

–         Ok…comunque è ora di tornare a casa. Stasera c’è l’aperitivo in Corso Como ricordi?

–         Certo.

–         Viene anche il tuo amico che era alla festa sul tram? Come si chiama?

–         Chi, Davide?

–         Sì lui. E’ simpatico, come te. Chi si somiglia si piglia in fondo.

–         Ovviamente. Mica frequento gente antipatica io! A parte te!

–         Gne gne gne…scemo!

Mi piace prenderti in giro e nascondere quello che giorno dopo giorno sta nascendo in me. Ho solo paura di fare un passo in avanti, perché non so quello potrei trovare sulla mia strada. Non voglio soffrire di nuovo, non così presto e non a causa tua Giulia.

6 responses to this post.

  1. Beh, direi che Giulia ci piace (molto più di Clelia).

    In bocca al lupo, e non dar retta a quelle storie che il bravo ragazzo non attira, il bravo ragazzo non attira quelle donne instabili cui piace essere tenute sulla corda e maltrattate: ma tu, davvero vorresti una donna del genere?

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  2. Posted by Maria Rosa on aprile 14, 2010 at 8:54 am

    Sempre d’accordo con te, Diemme….il bravo ragazzo piace ancora soprattutto alle ragazze come noi….io per dirti sono stufa di non incontrarne più sul mio cammino, perchè purtroppo ci sono molti ragazzi superficiali e deficienti nello stesso tempo che si vedono in giro…..magari ce ne fossero di più come te….

    Cmq….sono sicura che mai ti dimenticherai di Clelia, ma sono quasi certa che verrà sostituita da Giulia….ottimo acquisto! 😉

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  3. Posted by Trilli on aprile 14, 2010 at 9:43 am

    Io sono sicura invece che è finito il tempo degli stronzi non se ne puà più! Per cui sii fiero di essere un bravo ragazzo, e se le donne non ti apprezzano: sti cazzi! Il problema è il loro! 😉

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  4. Posted by Trilli on aprile 14, 2010 at 9:43 am

    può*

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  5. Posted by peter on aprile 15, 2010 at 6:43 PM

    andate a farvi fottere.

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  6. Posted by trilli on aprile 25, 2010 at 10:00 PM

    vacci tu! tsè!

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